Sughero, la battaglia delle imprese per il riciclo dei tappi
Articolo di Giovanna Mancini, pubblicato su”Il Sole 24 Ore” del 16 giugno 2024
L’Italia detiene il 10% della produzione mondiale. Un settore di nicchia ma dal grande potenziale, in attesa delle norme sul riciclo.
«Esistono pochi materiali più sostenibili del sughero a livello industriale: questo legno proviene dalle foreste di sughera del Mediterraneo, che contribuiscono a stoccare anidride carbonica – 73 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di sughero – e i prodotti trasformati non sono trattati, se non con un rivestimento in silicone, nel caso dei tappi, per poterli inserire nelle bottiglie. È una pianta spontanea, che ogni dieci anni in Italia può essere decorticata e poi si rigenera, quindi non implica né abbattimento alberi né sfruttamento della risorsa, ma anzi è un sistema che permette alla pianta di rigenerarsi, anche fino a 250 anni».
Alessandro Canepari è titolare della Mureddu Sugheri, che dal 1938 produce tappi per bottiglie in questo materiale, ed è anche responsabile del Gruppo Sughero all’interno di Assoimballaggi, a sua volta associata a FederlegnoArredo, in rappresentanza di un settore di nicchia (la produzione nazionale ha un valore di 270 milioni di euro, generato da poco più di 200 aziende e un migliaio di lavoratori), ma fondamentale per l’industria del vino e distintivo del nostro Paese, che da solo produce e trasforma circa il 10% del sughero commercializzato a livello globale, alle spalle di Spagna e Portogallo, che detengono il 70% della produzione, e davanti a Maghreb e Francia…